
Il recente aggiornamento del Codice della Strada 2023, proposto dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e approvato dal Consiglio dei Ministri, pone l’accento su una politica di tolleranza zero per garantire una guida sicura. Tuttavia, emergono interrogativi sulla proporzionalità e sull’efficacia di misure così drastiche.
Le nuove norme mirano a contrastare comportamenti rischiosi come guida sotto l’influenza di alcol o sostanze stupefacenti, uso del cellulare alla guida e altre azioni ad alto rischio. La sospensione immediata della patente è prevista per chi trasgredisce tali regole, accompagnata da nuove disposizioni per la sicurezza dei ciclisti e un controllo più stretto sui monopattini.
Tuttavia, se da un lato è innegabile l’aumento degli incidenti dovuti a distrazioni alla guida, dall’altro sorge la domanda se sanzioni così severe affrontino veramente le cause sottostanti. In un contesto in cui il legislatore ha spesso reagito emotivamente a eventi scioccanti, come l’incidente mortale recente a Roma, è cruciale valutare attentamente le implicazioni delle decisioni legislative.
Le modifiche al Codice della Strada appaiono estremamente severe, sollevando dubbi sulla loro ragionevolezza. Un approccio più bilanciato potrebbe prevedere investimenti in campagne di sensibilizzazione ed educazione per i conducenti, con un’attenzione particolare ai giovani. Inoltre, la promozione di tecnologie avanzate per ridurre la distrazione alla guida, come sistemi di assistenza integrati nei veicoli, potrebbe rappresentare una soluzione più efficace a lungo termine.
In conclusione, mentre è indiscutibile la necessità di misure efficaci per contrastare i comportamenti a rischio, un approccio equilibrato che incorpori educazione, sensibilizzazione e tecnologie avanzate potrebbe essere la chiave per promuovere una guida sicura e responsabile, specie tra i giovani conducenti. La riflessione su queste diverse sfaccettature del problema è essenziale per migliorare concretamente la sicurezza stradale.